Un video è stato confezionato per descrivere ciò che Dona Un Sorriso fa per i Rifugiati Politici e potete vederlo QUI.
Il video era stato pensato in prima battuta durante l’inizio dell’autunno 2020.
Ci si era resi conto, soprattutto in tempi di seconda ondata Covid che, in un modo o nell’altro, le attivitá finalizzate all’accoglienza dei rifugiati erano comunque continuate senza battute d’arresto, anche se in modo diverso rispetto al passato.
Quindi si é pensato di tirare un po’ le somme e di raccogliere documentazioni recenti e meno recenti sulla storia dei richiedenti asilo, e di montarle assieme.
Tuttavia la recrudescenza della pandemia ha di molto ostacolato logisticamente la produzione del video; inoltre la partecipazione dell’associazione alla conferenza sulle dipendenze asimmetriche indetta dall’Università di Bonn ha richiesto molte energie, facendo passare in secondo piano la realizzazione del filmato.
Infine, durante la primavera 2021, con l’abbassamento della curva pandemica, si é riusciti a terminare con nuova linfa le riprese iniziate, e ad organizzare il tutto, recuperando anche sequenze di filmati piuttosto vecchi ed inserendo nel montaggio finale lo stesso video pensato e realizzato per la conferenza.
Il formato delle riprese è 16:9 in alta definizione.
Per aiutare a seguire i racconti dei nostri amici rifugiati, qui di seguito alcuni cenni delle loro, spesso drammatiche, biografie:
Ci sono due giovani afghani, rifugiati politici ospitati attorno al 2010. Non sono dell’etnia pashtun, dominante nel paese, ma di altre etnie che si oppongono al potere dei talebani e per questo soffrono di violente rappresaglie che li costringono ad abbandonare la loro terra.
J. era uno studente iraniano che, svolgendo attività di opposizione politica in università, è dovuto fuggire per evitare la cattura, le certe torture e la probabile morte. E’ riuscito a ricostruirsi una vita in Italia, che chiama “il paese della libertà”.
C’è poi un ragazzo nero che parla della nostalgia: D., rifugiato politico della Guinea Equatoriale. Anche lui militava attivamente in un partito di opposizione al Governo ed è quindi dovuto fuggire per evitare la cattura e la morte.
K. è fuggito dal Togo, un’altra nazione africana governata da un potere oppressivo che resiste con violenza alle richieste di democrazia della sua gente. Anche lui militava in un partito di opposizione ed è fuggito per evitare la sparizione.
Nella parte del video più recente, quella che era stata presentata al simposio dell’Università di Bonn, compaiono invece dei ragazzi che sono per la maggior parte ospiti attuali delle case di Dona Un Sorriso… ed è interessante conoscere anche le loro storie.
Y. è somalo, ha 30 anni, è arrivato in Italia nel 2017 e inizialmente è stato accolto, col suo amico A. eritreo, presso un piccolo Centro di Accoglienza di Cormano. Nel Marzo 2019, dopo un periodo di prova, i due giovani sono stati assunti da un gommista con contratto a tempo indeterminato, ma con stipendi pagati molto saltuariamente (fino a 18.000 € non pagati a ciascuno dei due) e dormendo nell’officina non riscaldata e in condizioni igieniche precarie. Ora sono accolti in un appartamento di Dona Un Sorriso ed é in corso un’azione legale per far valere i loro diritti.
C.G. faceva il taxista a Bangui in Repubblica Centrafricana. Un giorno del 1995 è stato costretto da alcuni ribelli a seguirli con il suo taxi, mentre era in corso un golpe. Fallito il tentativo di colpo di stato C. poteva essere acccusato di aver partecipato alla rivolta ed è quindi fuggito per non cadere in mano alla giustizia sommaria del paese.
Inizialmente ha lavorato come operaio in un calzaturificio, poi in un ristorante ed infine in una società che presta servizi nel settore della sicurezza. Purtroppo, a causa di una serie di problemi familiari e lavorativi, si è ritrovato in seria difficoltà sia dal punto di vista abitativo che economico. Non sapendo più che fare, si è rivolto a Dona Un Sorriso che ha trovato una sistemazione provvisoria ed ha favorito il ricongiungimento con la moglie e la figlia, ora in Italia.
Hope è nato in Nigeria nel 1999. Ha deciso di lasciare il suo paese per poter studiare, cosa impossibile al suo paese perché i genitori non potevano pagare le sue rette scolastiche. Giunto in Italia nel 2016, si è iscritto a un corso di lingua italiana e poi alla scuola media. Dopo una formazione nel settore della ristorazione, che gli ha consentito di lavorare per un po’ di tempo presso una paninoteca, si è ritrovato disoccupato a causa del Covid. Ora sta seguendo un corso di meccatronica, con la speranza di poter presto iniziare una nuova attività.
I.D. è nato nel 1994 a Conakry (Nuova Guinea). Dopo la morte improvvisa dei genitori, unico punto di riferimento della famiglia, ha deciso di partire per l’Europa, per cercare lavoro e mantenere moglie e fratelli minori. Si è impegnato da subito sia nello studio della lingua che nella ricerca di un lavoro e, nel mentre, è riuscito a prendere la licenza di scuola media. Viene ospitato da Dona Un Sorriso dopo un lungo periodo presso un Centro di Prima Accoglienza a San Donato.
Volontario della Croce Rossa, a Bresso viene indirizzato a seguire un corso per diventare Ausiliario Socio Assistenziale (supporto a persone non autosufficienti). La richiesta di questi ausiliari è aumentata con la pandemia e I.D. è stato assunto nella casa di riposo per anziani non autosufficienti di Bresso, anche se con un contratto a tempo determinato. Ora sta terminando il corso di studi per diplomarsi come Operatore Socio Sanitario e spera con questa nuova qualifica di raggiungere l’indipendenza economica, per poter ottenere il ricongiungimento familiare con la moglie.
Yamtou è l’ultimo dei rifugiati che compaiono nel video, dove conversa con Roberto Calmi, presidente di Dona Un Sorriso. E’ ciadiano, giunto in Italia attorno al 2005, sfuggito in modo fortuito ad una retata di Deby (il dittatore filofrancese recentemente ucciso) quando stava organizzando il partito di opposizione.
Parecchie volte si è prestato in modo efficace ad incontri nelle scuole sui temi dei rifugiati, ai tempi della vecchia Associazione Marta Larcher. Da qualche anno vive in Francia, ma il suo sogno è quello di tornare in un paese africano a svolgere laggiù attività sociali. Spera di farcela, in quanto l’iniziativa e le motivazioni non gli mancano.
Nel video compaiono anche alcuni membri di Dona Un Sorriso; invitiamo a vedere le loro brevi biografie nella pagina del Consiglio Direttivo sul sito.