In questo articolo Roberto Calmi dà un quadro della situazione boliviana e di come le persone aiutate da Dona Un Sorriso hanno vissuto l’emergenza Covid-19.
In questo periodo il paese è in fermento. Ci sono state il 18 ottobre scorso le elezioni politiche, vinte con una netta maggioranza dal MAS (Movimiento al Socialismo), cioè il partito di Evo Morales. La Bolivia è divisa in due: geograficamente, politicamente ed economicamente. Il futuro dirà se il paese potrà conoscere un periodo di tranquillità e pace sociale. In un suo recente discorso, il vice presidente eletto, David Choquehuanca, ha detto che il condor per volare ha bisogno di due ali, quella di destra e quella di sinistra, e che anche la Bolivia, per la sua sopravvivenza politica e sociale si dovrà servire di ambedue le ali, cioè della maggioranza e dell’opposizione. Migliore auspicio non potrebbe esserci e di cuore auguriamo a quel caro paese un po’ di serenità.
Per quanto riguarda il problema sanitario, particolarmente colpita è stata la città di Santa Cruz, la capitale economica, situata nelle pianure orientali. Come sappiamo, questo male colpisce soprattutto gli addensamenti urbani e Santa Cruz è la città più popolosa del paese.
Nell’altopiano, dove sono situati i nostri progetti nelle scuole, il virus non si è diffuso. La densità di popolazione lassù, a 4.000 metri è molto bassa. Inoltre quella gente sta conducendo una vita fisicamente molto dura e in condizioni igienico-sanitarie assai approssimative. Ne consegue che i sopravvissuti abbiano difese immunitarie molto efficaci. Di fatto, lassù il Covid ha fatto pessimi affari.
Tuttavia, le disposizioni di prevenzione sono state uguali in tutto il paese, e quindi anche nell’altopiano, dove non ce sarebbe stato bisogno. Così le scuole si sono chiuse in agosto – cioè in pieno inverno – e i bambini sono stati lasciati tutti a casa.
La scuola dunque è finita, ma non la fame. Così Voserdem, il nostro partner locale, ha provveduto a rifornire ugualmente le scuole di generi alimentari e soprattutto a Vila Vila il direttore Daniel Lisidro si è molto attivato per una attenta distribuzione in favore delle famiglie degli alunni.
Se nell’altopiano il contagio è stato praticamente nullo, a Cochabamba – dove ha sede Voserdem e dove vivono las abuelitas – il problema è stato piuttosto serio. Ormai là è estate e per il momento l’emergenza è finita, ma per diversi mesi le vecchiette che stiamo aiutando hanno avuto dei problemi molto gravi. Non potendo uscire in strada, non potevano procurarsi nemmeno i pochi spiccioli necessari per sopravvivere.
Non è facile per noi immaginare che cosa voglia dire quel grado di miseria. Nessuno saprà mai quante persone in Bolivia, così come in altri paesi poveri, saranno morte di stenti. Un paese di 11 milioni di abitanti ha visto morire di Covid-19 a tutt’oggi 8.781 persone, ma nessuno potrà mai dire quante saranno state le altre vittime, quelle “indotte”.
Dona Un Sorriso farà tutto il possibile per mostrare la propria vicinanza a quella gente meravigliosa, ma tutto dipenderà dalla generosità dei nostri Benefattori.
Avevamo inoltrato alla Tavola Valdese due richieste di aiuto per due progetti nell’altopiano. Uno riguardava un corso di agronomia e l’altro la costruzione di un refettorio per la scuola di Vila Vila, e la dotazione di servizi igienici. Le due richieste sono state respinte. È chiaro che avranno scelto priorità diverse, legate più all’attuale emergenza che a visioni di più lungo respiro.
In ogni modo, lungi dallo scoraggiarsi, Dona Un Sorriso continua a fare quello che può.