STORIA DELL’OSPEDALE E SITUAZIONE ATTUALE
L’ospedale Bishop Asili (ente privato e no-profit) sorge nel 1993 per volontà della congregazione ugandese “Mary Mother of the Church” a Luweero, 70 Km a Nord di Kampala, capitale ugandese.
L’ospedale è diretto da Suor Ernestine Akulu conosciuta a Bresso (Mi) nel 1988 e, da allora, seguita nelle sue attività di apostolato; questo presidio è ormai diventato un punto di riferimento importante non solo per il distretto di Luweero, ma anche per quelli limitrofi (Nakaseke e Nakasongola), che non dispongono di offerte sanitarie equivalenti.
Il bacino totale d’utenza dell’ospedale è dunque superiore alle 800.000 persone, per la maggior parte appartenenti a povere famiglie contadine: un’emergenza a cui è difficile far fronte.
La malattia che coinvolge più persone è la malaria: ne è afflitto circa il 25% dei pazienti. Segue l’ HIV/AIDS con un ordine di grandezza di diverse migliaia di pazienti registrati nell’ospedale, purtroppo in costante crescita.
Nel corso degli anni, Dona Un Sorriso ha sostenuto i progetti per la costruzione di una sala operatoria, di una sala per la degenza post-chirurgica ed infine di un’ala dedicata agli ambulatori destinati in particolar modo ad accogliere i malati di AIDS, che vengono sottoposti a controlli periodici per la somministrazione dei farmaci antiretrovirali.
Grazie ai progetti realizzati, nonché all’ottimo servizio offerto a livello medico, l’ospedale ha così potuto ottenere nell’aprile 2013 la certificazione ufficiale da parte del Ministero della Salute.
Continua da anni il progetto “Adotta un medico”, che si prefigge di coprire annualmente lo stipendio di un bravissimo medico chirurgo ugandese, il Dr. Charles Lwanga. In questo modo l’ospedale può disporre in tutto di 3 medici, garantendo sulle 24 ore la presenza di un medico pronto ad intervenire per qualsiasi emergenza. Gli interventi chirurgici effettuati negli anni sono saliti sopra i 3.000.
L’attuale orientamento dell’ospedale è quello di proseguire innanzitutto con il suo servizio di assistenza e cura, in un’ottica di attenzione amorevole ai bisogni delle persone. Dopo aver condotto un’analisi accurata della situazione della comunità locale, l’ospedale vorrebbe muoversi però anche in altre due direzioni:
Progetto di educazione alla salute
Lo scopo di questo progetto è quello di lavorare per prevenire le malattie, anziché curarle. Per raggiungere questo obiettivo, l’ospedale individua persone referenti all’interno dei villaggi (in genere i capi villaggio) e tiene corsi multidisciplinari a loro e a tutta la popolazione, che spaziano dalla conoscenza di base sulle norme igieniche e sanitarie (con particolare attenzione alla diffusione del virus AIDS/HIV), alle informazioni sui metodi di coltivazione/allevamento per garantire una corretta nutrizione, alle conoscenze basilari dei diritti delle persone, con particolare attenzione alle tutela delle donne e dei bambini. La sponsorizzazione dei capi villaggio è essenziale per dare peso ai messaggi e innescare quindi un capillare processo a cascata.
Cura degli orfani malati di AIDS
Purtroppo si tratta di un problema con cui l’Ospedale si confronta da qualche anno: non si stanno elaborando soluzioni, pur avendo deciso di farsene carico in qualche modo.
Attualmente i bambini orfani registrati presso l’ospedale per la cura con i farmaci antiretrovirali sono più di 300. Essendo orfani, però, questi bambini non si nutrono adeguatamente e questo rende impossibile o inefficace la cura. Al problema della malnutrizione si aggiungono per molti di loro, purtroppo, sofferenze per abusi subiti, ingiustizie, assenza di una famiglia di riferimento.
Oltre alla risposta più ovvia (la richiesta di fondi per l’acquisto di cibo), l’ospedale sta attuando un progetto che possa dare anche soluzioni di più ampio respiro a questo drammatico problema, come affidi a famiglie a cui vengono forniti anche mezzi di sostentamento (animali da allevamento), mentre i più grandi vengono educati in scuole professionali.
Altri progetti
A testimoniare la forza ideale che spinge le persone dell’Ospedale a migliorare le vite delle persone nel distretto di Luweero ci sono anche questi altri progetti appena sorti o in via di definizione:
“Youth Cooperative Center” per aiutare i giovani a trovare un lavoro sottraendoli alla microcriminalità, alla depressione e alla disoccupazione, che sono state enormemente amplificate dalla pandemia con le sue 88 settimane di chiusura scolastica.
“Malattie mentali” è un laboratorio coi capi comunità e un ambulatorio per aiutare i malati, esclusi dalla vita dei villaggi, e i loro familiari.
“Thalassemia” per affrontare una malattia molto diffusa nella regione con un ambulatorio che si occuperà di svolgere test pre-matrimoniali per prevenirla. E’ stato presentato un progetto con richiesta di finanziamento alla Fondazione Zanetti. Si è in attesa di risposta.
“Scuola per infermiere e ostetriche”, in collaborazione con un organismo tedesco, formerà delle giovani fornendo loro sbocchi professionali, che saranno anche di grande aiuto alle loro comunità.
“Light for life” a cui Dona Un Sorriso partecipa nella ricerca di finanziamenti che consentirebbero l’acquisto e l’installazione di un impianto alimentato da quel sole che è presente in gran quantità nel paese: generazione e accumulo. Questo per ridurre le bollette energetiche, ma soprattutto fronteggiare i frequenti blackout che mettono a rischio le vite dei pazienti e le apparecchiature essenziali per aiutarli e acquistate con tanta fatica. Una prima fase è stata finanziata nel 2022 dalla Tavola Valdese e comprende: uno stabilizzatore di tensione, corpi illuminanti a LED e pannelli solari per la produzione di acqua calda.
Per saperne di più questo è l’articolo pubblicato al riguardo sul nostro sito:
https://www.donaunsorriso.org/light-for-life/
e https://www.donaunsorriso.org/la-conclusione-di-light-for-life/
Chi ha due tuniche ...
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